Descrizione

 Quando J. de Santeuil (sec.XVII) coniò il famoso adagio «castigat ridendo mores (sorridendo corregge i costumi)», non pensava certamente che oltre che al busto d’Arlecchino (che avrebbe decorato il proscenio della Comédie Italienne a Parigi), si sarebbe perfettamente attagliato ad un’opera che Giulio Cesare Mameli avrebbe scritto circa quattro secoli dopo; a questo Fragu ‘e fràbica, appunto, in cui tradizione e comicità si fondono in maniera originale, persino mirabile, generando una commedia complessa in cui le storie quotidiane assumono connotati epici e nei cui personaggi è possibile ritrovare una sorta di specchio nel quale rivedere sé stessi con le passioni, speranze, sentimenti, pregi e difetti d’ogni tempo. Una commedia per sorridere, certo, ma anche una commedia per pensare.