Bedè ha sempre amato i suoi campi, il suo orto con le olive, i terrazzamenti che coltiva in quell’angolo di Liguria che gli uomini e Dio sembrano aver abbandonato. Ogni mattina si alza presto e si inventa mille scuse per portarsi dietro i figli e cercare di contagiare loro il rispetto per la natura e per il lavoro degli avi. Ma questi ultimi, come tutti i giovani, sembrano pensare ad altro. A crearsi un futuro altrove, a studiare… Per Bedè è un vero dramma, perché più passano gli anni maggiore diviene il peso che deve sopportare. Finché, un bel giorno, nei suoi terreni incontra un giovane straniero. E, invece di cacciarlo, pian piano, senza neppure capirsi, cominciano a lavorare assieme. Potano, innaffiano, diserbano, rifanno i muretti, concimano. Tra loro usano lingue diverse, lontanissime, ma si capiscono ugualmente, perché parlano la lingua della terra. E tutto sembra filare liscio, finché qualcuno non si accorge della presenza del giovane.

La famiglia, i vicini, le autorità, tutti cominceranno a interrogarsi sulla vicenda e Bedè dovrà fare una scelta molto difficile.