Descrizione

 Arrivò il 1943. Non si ruppero proprio tutti i vetri decorati delle finestre e delle vetrine cagliaritane, alcuni si salvarono e rimasero lì, per molti anni, memoria grafica e patetica di una precauzione o di una paura inutili. Caddero, invece, i palazzi e le facciate scomposte mostrarono, con tragica impudicizia, gli interni proletari e borghesi di una città che aveva solo sentito parlare, per oltre vent’anni, della grande guerra, lontanissima nel tempo e nello spazio, e della retorica della "trincea delle frasche" e della "trincea dei razzi" e di Caporetto e del Piave, senza capire bene come fosse la guerra e come fosse fatta una trincea.