Descrizione

Una grande generosa pazienza con i propri governanti e intellettuali anima i sardi. Pongono questioni a chi, per mestiere, e deputato a risolverle e si mettono in paziente e comprensiva attesa che capiscano, si liberino delle pastoie ideologiche e politiche e provvedano. Quasi sempre aspettandosi una mediazione talmente al basso che, alla fine, il provvedimento non ha parentela con la richiesta. E un pò, intanto, si va avanti. Spesso, non sempre; perchè, a volte, incertezze, indecisioni e incapacità di capire fanno in modo che nel frattempo l’oggetto della richiesta passi a miglior vita, si consumi fino all’estinzione. Com’è successo alla richiesta di un rapporto alla pari tra Sardegna e Italia. E la Sardegna da sovrana che fu e che avrebbe potuto essere è stata trasformata in una cameriera a volte petulante, altre volte ruffiana, quasi sempre piagnona. In questo breve e agile saggio, Gianfranco Pintore esamina le vicende dell’autonomia sarda, le resistenze dei partiti, le loro complicità con il centralismo, il sospetto innamoramento per il federalismo, ma anche la voglia di centralità che anima i sardi. E fa una proposta.