Descrizione

Sulle orme di A. Garau e di tanta tradizione teatrale campidanese, G.P. Salaris prosegue l’invenzione scenica apportandovi il proprio originale contributo. Non più la vita contadina tradizionale e immobile ma una Sardegna di piccolo, micro borghesi che leggono il giornale, guardano la televisione, comprano nei supermercati, passano il fine settimana in discoteca, celebrano San Valentino; giocano agli amanti, al ménage à trois, come potrebbe essere in qualunque piccola-grande città italiana o europea. V’é molto, v’é tanto, archetipo e contingente, miseria e grandezza, innocenza e malizia, lingua e lingue e registri. La terra, il mito, la morte, l’amore: può aprirsi il sipario.