Descrizione

 Potrebbe suonare di "servizio", scelta piana che non fornisce elementi aggiuntivi, ma piuttosto segnala una forma, un genere. Il titolo che Giuseppe Dessì sceglie per il volume edito da Feltrinelli nel 1959 – e adesso riproposto – "Racconti drammatici", che riunisce "La Giustizia" e "Qui non c’è guerra", in realtà è un sottotitolo. Anche negli anni successivi tutti i testi teatrali dello scrittore sardo avranno questa specifica, un’indicazione, una specie di chiave necessaria per interpretare il testo. Sembra quasi un’ancora a cui Dessí voglia aggrapparsi nel momento in cui si affaccia ad altri campi espressivi, altri mondi. Non è modestia la sua e nemmeno un voler mettere le mani avanti, è piuttosto il ribadire ogni volta che l’origine del suo lavoro e del suo procedere ha natura tutta letteraria.