Descrizione

Il Convegno ha rappresentato un importante momento di confronto aperto, tra gli operatori privati, la Pubblica Amministrazione, i ricercatori universitari, il mondo professionale, le Industrie minerarie sarde, le Associazioni ambientalistiche e i singoli cittadini e ha permesso una puntuale messa a fuoco dei gravi problemi che questo importante comparto si trova ad affrontare.L’importanza primaria dell’industria estrattiva, riconosciuta dalla stessa UE, sia per la sua rilevanza socio-economica, sia perché ritenuta indispensabile per l’uomo e per la sua vita di tutti i giorni, pare sfuggire ai mass-media e alla maggior parte dei Pubblici Amministratori sardi. Essa comporta un impatto sull’ambiente e sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Occorre quindi ricercare un equilibrio tra la necessità di rendere l’industria estrattiva più sicura e meno inquinante e l’esigenza di mantenere la sua competitività, più che mai indispensabile in una regione a sviluppo industriale depresso come la nostra.Ai più sfugge forse l’importanza strategica del comparto estrattivo nel quadro economico isolano. Sia in termini di fatturato globale che di addetti il comparto estrattivo sardo (compreso il settore manifatturiero direttamente legato) ha una posizione di rilievo.La legislazione degli ultimi anni in tema di tutela ambientale ha introdotto forti modifiche. Infatti, per operare nel settore deve essere istruito il procedimento di V.I.A., si ha l’obbligo della garanzia fidejussoria e del recupero ambientale e soprattutto l’attività è limitata solo all’interno delle aree dello stralcio del P.R.A.E. – Piano Regionale delle Attività Estrattive – (circa 20% della superficie isolana).Solo con l’applicazione del Piano regionale delle attività estrattive (con i necessari accorgimenti e modifiche) previsto dalla L.R. 30/89, il settore potrà continuare a svolgere il suo importante ruolo nello sviluppo socio-economico dell’isola, regolamentato secondo i più aggiornati canoni di sostenibilità ambientale.